Antonio Locatelli due volte medaglia d’oro

Antonio Locatelli due volte medaglia d’oro
Ercole Mazza
Monografia encomiastica
Anonima Bolis
Bergamo, 1937-XV
60

Ercole Mazza è stato insegnante, letterato, studioso di Alessandro Manzoni, autore di testi scolastici e ha collaborato anche a «La rivista di Bergamo», sulle cui colonne si interessa principalmente di arte e architettura, occupandosi per esempio di Caravaggio, Palma il Vecchio e Giacomo Quarenghi. Tra gli altri articoli, ce n’è uno dedicato all’analisi dei territori e dei personaggi bergamaschi dei Promessi Sposi, come il castello dell’Innominato.

Il libro Antonio Locatelli due volte medaglia d’oro, del 1937, ha come scopo quello di celebrare il ‘grande eroe’ dei bergamaschi. Per fare ciò, l’autore decide di ripercorrere i momenti più significativi della sua vita, ponendolo sempre come modello da seguire e uomo di grande dirittura morale. In particolare, Mazza decide di dedicare il libro a tutti i fanciulli italiani affinché, attraverso Locatelli, possano in futuro essere per lo Stato la versione migliore di loro stessi. Antonio Locatelli, nato a Bergamo il 19 Aprile 1895 come terzogenito di cinque figli, sin dai primi anni di vita mostra un’intelligenza spiccata e un grande interesse per il disegno e le costruzioni meccaniche. Uscito dalle scuole tecniche con brillanti voti, diviene alunno dell’Istituto Industriale, dove subito si fa notare ed apprezzare.

La sua grande passione è l’alpinismo: non si accontentava solo di raggiungere con poca fatica le cime più accessibili, ma prediligeva lo sforzo delle scalate complicate e i pericoli dei pendii ripidi, dimostrando sempre il suo spirito tenace. Terminati gli studi, inizia a lavorare nelle Officine Ansaldo di Cornigliano Ligure, desideroso di compiere il suo dovere ma comunque nostalgico della famiglia. Inizialmente viene assegnato al controllo dei forni per la fusione dell’acciaio, compito che però non rende giustizia alla sua personalità, ma nonostante ciò non si arrende tornando alle comodità di casa.

Iniziata la prima guerra mondiale, Locatelli lascia l’officina e si arruola nell’esercito. Nel 1915, dietro sua richiesta, viene mandato a frequentare un corso da pilota d’aereo e in seguito venne assegnato ad una squadriglia in servizio sul territorio trentino. In questi anni il pilota compie numerose imprese e ottiene molte vittorie. Nel 1918 viene chiamato a far parte della squadriglia “Serenissima” comandata da Gabriele D’annunzio e, ancora una volta, si distingue dagli altri per il suo valore. In questo stesso anno compie una delle sue ricognizioni più temerarie: costeggiando le Alpi e rischiando di sconfinare nella Svizzera neutrale, raggiunge il lago di Costanza, dove venivano costruiti i dirigibili tedeschi Zeppelin. Locatelli riesce a scattare fotografie al cantiere e a tornare in patria seminando quattro caccia nemici. Ma il 1918 non è solo un anno di vittorie, muore infatti il fratello Carlo, al quale era molto legato.

Dopo 41 mesi di guerra gli Italiani ottengono la vittoria e i soldati a poco a poco si congedano. Nonostante ciò, Locatelli non abbandona il campo e continua la sua vita da pilota. Dopo la marcia su Roma nel 28 ottobre 1922, si imbarca su di un piroscafo mercantile con un biglietto di terza classe per fare il giro del mondo. Tornato a casa, tenta per primo di attraversare l’Atlantico settentrionale. A causa delle intemperie non riusce a completare il volo e perde anche il suo amato idrovolante, ma nonostante questo ha il merito di aver tracciato la via di una traversata ancora inesplorata.

Nei primi di ottobre del 1935 comincia la guerra fascista d’Etiopia e Locatelli è subito pronto a darsi da fare. Nel gennaio 1936 lascia Bergamo e parte per l’Africa. Il mattino del 28 giugno una banda di abissini assale i soldati italiani, che perdono la vita. Locatelli cade quella mattina, lontano dalla patria e dalla famiglia.

Benedetta Parimbelli